(Pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 7 febbraio 1981, n. 37.)
IL MINISTRO DEI LAVORI
PUBBLICI
di concerto con
IL MINISTRO DELL’INTERNO
Vista la Legge 2 febbraio 1974, n. 64, recante
“Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone
sismiche”;
Ritenuto che, in forza dell’art.1 della citata
Legge n. 64/1974, devono essere emanate norme tecniche per la disciplina delle
costruzioni;
Visto il voto n. 504/78 con il quale il Consiglio
superiore dei lavori pubblici riunito in assemblea generale — nelle sedute del
23 luglio 1976, del 15 dicembre 1978 e del 16 febbraio 1979 — ha espresso parere
favorevole sulle norme tecniche, elaborate dall’apposito comitato di studio,
riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii
naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni tecniche per la
progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e
delle opere di fondazione;
decreta:
Sono approvate le norme tecniche allegate al
presente decreto, riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la
stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e l’e
prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di
sostegno delle terre e delle opere di fondazione.
Ai sensi dell’art.32 della legge 2-2-1974, n. 64,
dette norme entreranno in vigore trenta giorni dopo la pubblicazione del
presente decreto nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.
Con le presenti norme si stabiliscono i criteri
di carattere generale da seguire:
per il progetto e per l’esecuzione di indagini
sui terreni, intesi quali terre o rocce nella loro sede;
per il progetto, per la costruzione e per il
collaudo di opere di fondazione, opere di sostegno, manufatti di materiali
sciolti, manufatti sotterranei. fronti di scavo, discariche,. colmate, drenaggi
e filtri;
per lo studio della stabilità di pendii
naturali;
per lo studio di fattibilità di opere su grandi
aree, nei riguardi dei problemi geologici e geotecnici;
per il progetto e per la realizzazione di
interventi nel sottosuolo, quali consolidamenti dei terreni ed emungimenti di fluidi.
Le presenti norme si applicano a tutte le opere
pubbliche e private da realizzare nel territorio della Repubblica, come disposto
dall’art.1 della legge 2 febbraio 1974, n. 64. Per le opere speciali di cui al
punto (d), dell’art.1. della sopra richiamata legge, le presenti norme vanno
integralmente applicate, salvo quanto disposto nelle norme tecniche relative
alle singole opere speciali.
Per le zone classificate come sismiche, le
presenti norme debbono essere integrate con quanto stabilito dalle norme sulle
costruzioni in zone sismiche, di cui all’art.3 della legge
suindicata.
Per quanto attiene al calcolo ed ai
dimensionamento delle strutture, dei manufatti considerati nelle presenti norme,
ai relativi materiali, ai procedimenti e metodi costruttivi, si rimanda alle
vigenti norme specifiche e in particolare alle norme emanate in applicazione
della legge 5 novembre 1971, n. 1086,
salvo quanto diversamente prescritto nelle sezioni
seguenti.
Le scelte di progetto devono essere sempre basate
sulla caratterizzazione geotecnica del sottosuolo ottenuta per mezzo di rilievi,
indagini e prove.
I calcoli di progetto devono comprendere le
verifiche di stabilità. La scelta dei coefficienti di sicurezza deve essere
motivata. L’assunzione di valori diversi da quelli prescritti nei capitoli
successivi deve essere giustificata con una analisi
documentata.
Il progetto deve comprendere anche una
valutazione dei prevedibili spostamenti dell’insieme opera-terreno, nonché un
giudizio sull’ammissibilità di tali spostamenti in rapporto alla sicurezza e
funzionalità del manufatto e di quelli ad esso adiacenti.
La grandezza dei carichi e delle azioni da
considerare nei calcoli geotecnici deve essere stabilita sulla base di una
analisi che tenga conto della probabilità e della frequenza della loro
applicazione, del loro tempo di permanenza, della natura dei terreni presenti
nel sottosuolo nonché del tipo di opera.
Si deve tener conto anche di sovraccarichi che
gravino direttamente sul terreno nelle zone interferenti con
l’opera.
Nel progetto devono essere considerati gli
aspetti costruttivi di carattere generale.
In fase costruttiva si deve controllare la
rispondenza tra la caratterizzazione geotecnica di progetto e le effettive
condizioni del sottosuolo.
Nel caso di costruzioni di modesto rilievo in
rapporto alla stabilità globale, dell’insieme opera-terreno, che ricadano in
zone già note, la caratterizzazione geotecnica del sottosuolo può essere
ottenuta per mezzo della raccolta di notizie e dati sui quali possa
responsabilmente essere basata la progettazione.
In questo caso i calcoli geotecnici di stabilità
e la valutazione degli spostamenti possono essere omessi, ma l’idoneità delle
soluzioni progettuali adottate deve essere motivata con apposita
relazione.
I risultati delle indagini, degli studi e dei
calcoli geotecnici, devono essere esposti in una relazione geotecnica, parte
integrante degli atti progettuali.
Nei casi in cui le presenti norme prescrivano uno
studio geologico, deve essere redatta anche una relazione geologica, che farà
parte integrante degli atti progettuali.
Il collaudo dovrà accertare la rispondenza delle
opere eseguite alle previsioni progettuali e la rispondenza dell’esecuzione alla
presente normativa, tenendo conto di tutti i dati rilevati in corso di
costruzione.
Ulteriori indagini e prove saranno effettuate nel
corso del collaudo, in quanto ritenute necessarie al fine di accertare
l’idoneità dell’opera all’uso cui è destinata.
Le presenti norme riguardano il progetto e
l’esecuzione delle indagini geotecniche. Queste indagini hanno lo scopo di
raccogliere tutti i dati qualitativi e quantitativi occorrenti per il progetto e
per il controllo del comportamento dell’opera nel suo insieme ed in rapporto al
terreno.
Nella fase dell’accertamento di fattibilità dovrà
essere effettuata un’indagine geologica e geotecnica per valutare la stabilità
di insieme della zona. prima ed a seguito della costruzione dell’opera in
progetto, e per individuare i problemi che la natura e le caratteristiche
geotecniche dei terreni pongono nelle scelte delle soluzioni progettuali e dei
corrispondenti procedimenti costruttivi.
In questa fase possono essere utilizzati dati
geologici e geotecnici deducibili dalla letteratura e dai rapporti su lavori
eseguiti nella stessa zona.
Nella fase di progetto le indagini devono essere
dirette ad approfondire la caratterizzazione geotecnica qualitativa e
quantitativa del sottosuolo per confrontare le soluzioni possibili, scegliere
quella esecutiva e definire i procedimenti costruttivi.
Per i manufatti di materiali sciolti l’indagine
deve comprendere anche la ricerca e lo studio dei materiali da impiegare nella
costruzione.
Le indagini, gli studi ed i rilievi devono essere
portati a termine nei tempi utili alla compilazione del progetto, salvo
successivi sviluppi in relazione alle esigenze della fase
costruttiva.
Nel caso di modesti manufatti che ricadano in
zone già note, le indagini ed i rilievi possono essere ridotti alla raccolta di
notizie e dati in precedenza acquisiti, sui quali possa responsabilmente essere
basata la progettazione.
La validità delle ipotesi di progetto dovrà
essere controllata durante la costruzione considerando, oltre ai dati raccolti
in fase di progetto, anche quelli ottenuti con misure ed osservazioni nel corso
dei lavori e adattando, eventualmente, l’opera alle situazioni
riscontrate.
Lo studio geotecnico va esteso alla parte di
sottosuolo influenzata, direttamente o indirettamente, dalla costruzione del
manufatto e che influenza il comportamento del manufatto stesso (volume
significativo).
L’ampiezza dell’indagine deve perciò essere
proporzionata alle dimensioni, al tipo, alle caratteristiche strutturali, alla
importanza dell’opera da costruire, alla complessità del sottosuolo ed allo
stato delle conoscenze sulla zona in esame.
Il programma delle indagini deve essere formulato
in base alla prevedibile costituzione del sottosuolo, tenuto conto dei problemi
in esame.
Le indagini geotecniche consistono
in:
a)
perforazioni o
scavi;
b)
prelievo di
campioni;
c)
modalità di individuazione delle
falde e misure relative alle corrispondenti caratteristiche
idrologiche;
d)
prove in sito e di laboratorio
per la determinazione delle proprietà dei terreni;
e)
eventuali indagini
geofisiche.
I mezzi di indagine devono essere scelti caso per
caso in relazione ai terreni presenti nel sottosuolo, alle finalità e
caratteristiche dell’opera.
Il programma delle indagini deve essere
sufficientemente flessibile per consentire eventuali modifiche conseguenti alle
conoscenze che si otterranno nel corso delle indagini
stesse.
Le presenti norme riguardano le fondazioni dì
manufatti di qualsiasi tipo.
Per quanto attiene al calcolo delle strutture
costituenti la fondazione, ai materiali impiegati, ai procedimenti e metodi
costruttivi, valgono le vigenti norme specifiche.
Per le fondazioni di manufatti ricadenti in zone
sismiche devono essere rispettate le prescrizioni di cui al titolo Il della
legge 2 febbraio 1974, n. 64.
Il progetto della fondazione di un’opera va
eseguito congiuntamente al progetto dell’opera in elevazione e comprende anche
la indicazione dei metodi di costruzione.
I requisiti di un’opera di fondazione devono
essere i seguenti:
lo stato di tensione indotto nel terreno deve
essere compatibile con le caratteristiche di resistenza del terreno stesso,
nella situazione iniziale ed in quelle che potranno presumibilmente verificarsi
nel tempo;
gli spostamenti delle strutture di fondazione
devono essere tali da non compromettere la statica e la funzionalità delle
strutture in elevazione.
Deve essere tenuta in debito conto l’influenza
che l’opera in progetto può avere su fondazioni e su costruzioni esistenti nelle
vicinanze.
Il progetto deve
comprendere:
indagini, rilievi, studi per individuare e
valutare i fattori che possono influire sul comportamento della
fondazione;
scelta del tipo di
fondazione;
verifica di stabilità del complesso terreno-fondazione;
previsione dei cedimenti e del loro andamento nel
tempo;
scelta dei procedimenti
costruttivi;
proporzionamento delle strutture di fondazione e relative
verifiche di sicurezza.
I rilievi e le indagini — da effettuare in
conformità alle direttive riportate alla sezione B — hanno lo scopo di accertare
la costituzione del sottosuolo e la presenza di acque sotterranee a pelo libero
ed in pressione e di misurare o consentire la valutazione delle proprietà fisico-meccaniche dei terreni.
La profondità da raggiungere con le indagini va
computata dalla quota più bassa dell’opera di fondazione. Essa va stabilita e
giustificata caso per caso in base alla forma, alle dimensioni, alle
caratteristiche strutturali del manufatto, al valore dei carichi da trasmettere
in fondazione, alle caratteristiche degli stessi terreni di fondazione ed alla
morfologia di una conveniente area circostante l’opera.
Indagini specifiche devono essere eseguite nelle
aree dove per motivate ragioni geologiche, storiche e minerarie possono essere
presenti cavità nel sottosuolo.
C.4.1.
Criteri di progetto
Il piano di posa deve essere situato al di sotto
della coltre di terreno vegetale, nonché al di sotto dello strato interessato
dal gelo e da significative variazioni di umidità stagionali. Una scelta diversa
deve essere adeguatamente giustificata.
Le fondazioni devono essere direttamente difese o
poste a profondità tale da risultare protette dai fenomeni di erosione del
terreno superficiale.
Nel progetto di una fondazione diretta si deve
verificare che il comportamento della fondazione, tanto nei suoi elementi quanto
nel suo complesso, sia compatibile con la sicurezza e con la funzionalità
dell’opera.
A tal fine si devono determinare il carico limite
del complesso fondazione-terreno e i cedimenti, sia per le singole strutture di
fondazione che per l’intera opera.
Nei casi in cui una lunga e soddisfacente pratica
locale consenta di
definire il tipo e le dimensioni delle fondazioni
le scelte devono essere documentate e giustificate in base ad un giudizio
globale con esplicito riferimento alla situazione geotecnica del
sottosuolo.
C.4.2. Carico
limite e carico ammissibile del
complesso fondazione - terreno
11 carico limite del complesso fondazione-terreno
deve essere calcolato sulla base delle caratteristiche geotecniche del
sottosuolo e delle caratteristiche geometriche della
fondazione.
Nel calcolo devono essere considerate anche le
eventuali modifiche che l’esecuzione dell’opera può apportare alle
caratteristiche del terreno ed allo stato dei luoghi.
Nel caso di manufatti situati su od in prossimità
di pendii naturali od artificiali deve essere verificata anche la stabilità
globale del pendio stesso. secondo quanto disposto alla sezione G, includendo
nelle verifiche le forze trasmesse dalla fondazione.
Il carico ammissibile deve essere fissato come
un’aliquota del carico limite.
Il coefficiente di sicurezza non deve essere
inferiore a 3, a meno che caratteristiche dell’opera, indagini particolarmente
accurate, omogeneità ed uniformità di comportamento del terreno, approfondita
conoscenza delle azioni sulla struttura e metodi di calcolo più aderenti alla
realtà consentano l’adozione di valori più bassi.
C.4.3. Cedimenti
I cedimenti assoluti e differenziali ed il loro
decorso nel tempo devono essere compatibili con Io stato di sollecitazione
ammissibile per la struttura e con la funzionalità del
manufatto.
La previsione dei cedimenti deve essere basata
sul calcolo riferito alle condizioni geotecniche del sottosuolo, valutando
opportunamente l’entità dei carichi e dei sovraccarichi.
Tale previsione può essere limitata ad un
giudizio globale se una lunga e soddisfacente pratica locale consente di
valutare il comportamento del complesso terreno-strutture.
C.4.4.
Elemento strutturale di fondazione
Per le verifiche di resistenza delle singole
membrature o elementi strutturali di una fondazione si deve tener conto delle
reazioni del terreno, di eventuali spinte dovute all’acqua e dell’influenza di
eventuali sovraccarichi direttamente applicati al terreno.
I carichi e le azioni sopracitati vanno combinati
in modo tale da dar luogo, in ciascun elemento strutturale della fondazione, al
più gravoso stato di sollecitazione.
Nella valutazione degli stadi di sollecitazione
degli elementi strutturali di fondazione si deve tener conto dell’interazione
terreno-struttura di fondazione-struttura in
elevazione.
C.4.5. Scavi di
fondazione
Nell’esecuzione degli scavi per raggiungere il
piano di posa della fondazione si deve tener conto di quanto specificato al
punto A.2., al punto D.2 ed alla sezione G.
Il terreno di fondazione non deve subire
rimaneggiamenti e deterioramenti prima della costruzione dell’opera. Eventuali
acque ruscellanti o stagnanti devono essere
allontanate dagli scavi.
Il piano di posa degli elementi strutturali di
fondazione deve essere regolarizzato e protetto con un getto di conglomerato
magro.
Nell’eventualità di scavi eseguiti in terreni
permeabili sotto il livello della falda si devono rispettare le prescrizioni di
cui alla sezione L.
C.5.1.
Criteri di progetto
Il progetto di una fondazione su pali comporta il
dimensionamento della palificata e delle relative strutture di collegamento;
esso comprende la scelta del tipo di palo e delle relative modalità di
esecuzione e lo studio del comportamento del complesso
palificata-terreno.
Deve essere determinato il carico limite del
singolo palo e quello della palificata e verificata l’ammissibilità dei
cedimenti della palificata in relazione alle caratteristiche delle strutture In
elevazione sotto le condizioni precisate nel punto A.2.
Devono essere valutate le eventuali variazioni
delle caratteristiche del terreno e le conseguenze che l’escuzione della palificata può provocare su manufatti
esistenti in zone vicine.
Qualora sussistano le condizioni geotecniche per
cui si possa verificare il fenomeno dell’attrito negativo si deve tener conto
nella scelta del tipo di palo, nel dimensionamento e nelle verifiche, del
corrispondente effetto.
C.5.2. Indagini
specifiche
Le indagini devono essere eseguite in conformità
alla sezione B e devono essere dirette anche ad accertare la fattibilità del
tipo di palo in relazione alle caratteristiche dei terreni e delle acque del
sottosuolo.
La profondità delle indagini va computata a
partire dalla quota della punta dei pali.
C.5.3.
Carico limite e carico ammissibile del palo singolo
La determinazione del carico limite del complesso
palo-terreno deve essere effettuata con uno o più dei seguenti
procedimenti:
a) metodi analitici per la valutazione della
resistenza alla base e lungo
il fusto;
b)
correlazioni basate sui
risultati di prove in sito;
c)
sperimentazione diretta su pali
di prova (vedi punto C.5.5.);
d)
analisi del comportamento dei
pali durante la battitura.
Nel progetto si deve giustificare la scelta del o
dei procedimenti di calcolo adottati.
La valutazione del carico assiale sul palo
singolo deve essere effettuata prescindendo dal contributo delle strutture di
collegamento direttamente appoggiate sul terreno.
La sperimentazione diretta con prove di carico su
pali singoli o gruppi di pali, deve essere in ogni caso eseguita per opere di
notevole importanza e quando, per la natura del sottosuolo, i risultati delle
indagini non consentano di esprimere giudizi affidabili sul comportamento del
palo.
Il valore del carico ammissibile del palo singolo
rispetto al carico assiale limite deve essere fissato applicando un coefficiente
di sicurezza da stabilire in relazione alle caratteristiche del terreno, al tipo
ed alle modalità costruttive del palo.
Il valore del coefficiente di sicurezza non deve
essere inferiore a 2,5.
Per il calcolo del carico limite dovranno anche
considerarsi le eventuali forze orizzontali.
C.5.4. Carico
ammissibile della palificata
Il calcolo del carico ammissibile della
palificata deve essere eseguito sulla base del carico ammissibile del palo
singolo e dell’influenza della configurazione geometrica della palificata, del
tipo costruttivo di palo e della costituzione del
sottosuolo.
Il carico ammissibile della palificata deve
essere stabilito anche in relazione al valore dei cedimenti assoluti e
differenziali compatibili con la sicurezza e la funzionalità dell’opera e di
quelle adiacenti.
C.5.5.
Prove di carico
Le prove di progetto per la determinazione del
carico limite del palo singolo di cui al punto C.5.3. devono essere spinte fino a
valori del carico assiale tali da portare a rottura il complesso palo-terreno o
comunque tali da consentire di ricavare significativi diagrammi abbassamenti-carjchi e
abbassamenti-tempi.
Le prove di collaudo di una palificata devono
essere spinte ad almeno 1,5 volte il
carico ammissibile del palo valutato secondo quanto specificato al punto C.5.3.
Il numero dei pali da sottoporre alla prova di
carico deve essere stabilito in base all’importanza dell’opera ed al grado di
omogeneità del sottosuolo. Per opere di notevole importanza tale numero deve
essere pari ad almeno il 2% del numero totale dei pali, con minimo di
due.
Per pali prefabbricati e infissi la percentuale
dei pali da sottoporre a prova può essere ridotta all’1%, fermo restando il minimo di due
pali.
Le norme contenute nella presente sezione si
applicano ai muri di sostegno, alle paratie, alle palancolate ed alle armature per il sostegno di
scavi.
Il comportamento dell’opera di sostegno, intesa come complesso struttura-terreno, deve essere esaminato tenendo conto dei seguenti fattori:
a) successione e caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni di fondazione e di eventuali
materiali di riporto, interessati dall’opera;
b) falde idriche;
c)
profilo della superficie
topografica del terreno prima o dopo l’inserimento
dell’opera;
d) manufatti circostanti;
e)
caratteristiche di resistenza e
deformabilità dell’opera;
i)
drenaggi e dispositivi per lo
smaltimento delle acque superficiali e sotterranee;
g) modalità di esecuzione dell’opera e del
rinterro.
Deve essere verificata la stabilità dell’opera di
sostegno e del complesso opera-terreno. Le verifiche debbono essere effettuate
nelle condizioni corrispondenti alle diverse fasi costruttive ed al termine
della costruzione, tenendo conto delle possibili oscillazioni di livello
dell’acqua nel sottosuolo.
Quando il terreno sia sede di moti di
filtrazione, l’opera deve essere verificata nei riguardi del sifonamento.
Nel caso di opere su pendio o prossime a pendii
si deve esaminare anche la stabilità di questi secondo quanto indicato alla
sezione G.
Il progetto deve comprendere inoltre il
dimensionamento delle opere dì drenaggio e di raccolta delle acque superficiali,
tenuto conto anche di quanto indicato alla sezione N e con le limitazioni
prescritte alla sezione L.
Nel caso di scavi armati o delimitati da pareti,
deve essere verificata anche la stabilità del fondo nei riguardi della rottura
per sollevamento.
Per i criteri generali di indagine si fa
riferimento alla sezione B.
Il volume significativo di cui al punto B.3. deve contenere le superfici di scorrimento possibili relative alla stabilità globale dell’opera e del terreno circostante. In particolare, nei terreni sede di moti di filtrazione tale volume deve comprendere le zone dove possono aver luogo fenomeni di sifonamento.
D.4.1.
Azioni sul muro di sostegno
Le azioni dovute al terreno, all’acqua, ai
sovraccarichi ed al peso proprio del muro devono essere calcolate e composte in
modo da pervenire di volta in volta, alla condizione più gravosa nei confronti
delle verifiche di cui ai punti. seguenti.
Le ipotesi per il calcolo delle spinte sui muri
devono essere giustificate con considerazioni sugli spostamenti prevedibili in
relazione alla funzione assolta dal muro. In particolare la spinta può essere
adottata nei casi in cui questo valore della spinta sia compatibile con i
possibili spostamenti del muro.
Ai fini della verifica di cui al successivo punto
D.4.2., non si tiene conto, nel calcolo, del contributo di resistenza del
terreno antistante il muro; in casi particolari, da giustificare con
considerazioni relative alle caratteristiche meccaniche dei terreni ed ai
criteri costruttivi del muro, si può tenerne conto con valori non superiori al
50% della resistenza
passiva.
D.4.2. Verifica
allo slittamento del muro
Per la sicurezza allo slittamento lungo il piano
di posa del muro, il rapporto tra la somma delle forze resistenti nella
direzione dello slittamento e la somma delle componenti nella stessa direzione
delle azioni sul muro deve essere non inferiore a 1,3.
D.4.3. Verifica
al ribaltamento del muro
La risultante del peso proprio, delle azioni
permanenti e di quelle di lunga durata non deve cadere al di fuori del nocciolo
d’inerzia dell’intera sezione di base.
Il rapporto fra il momento delle forze
stabilizzanti e quello delle forze ribaltanti rispetto al lembo anteriore della
base deve essere maggiore di 1,5.
D.4.4. Verifica
al carico limite dell’insieme fondazione del
muro-terreno
Questa verifica deve essere eseguita secondo quanto prescritto alla sezione C, tenendo conto dell’inclinazione ed eccentricità della risultante delle forze trasmesse dal muro al terreno di fondazione. Il coefficiente di sicurezza non deve essere minore di 2.
D.4.5. Verifica
di stabilità generale
Questa verifica riguarda la stabilità del
terreno, nel quale è inserito il muro, nei confronti di fenomeni di scorrimento
profondo.
Il coefficiente di sicurezza non deve risultare
inferiore ad 1,3.
A tergo dei muri di sostegno deve essere
realizzato un drenaggio in grado di garantire anche nel tempo un adeguato
smaltimento delle acque piovane e di falda. Tale drenaggio deve essere
dimensionato secondo quanto prescritto alla sezione N.
Il muro deve esser interrotto da giunti
trasversali, estesi alla fondazione, quando lo richiedano la lunghezza del
manufatto e la natura del terreno.
Nel caso in cui alle spalle del ‘muro debba
essere eseguito un rinterro, sono da seguire le norme del punto
E.3.
Il costipamento del rinterro, quando previsto,
deve essere eseguito secondo quanto prescritto alla sezione
E.
Le presenti norme si applicano ai manufatti di
materiali sciolti ed ai rinterri.
Le colmante e le discariche sono trattate alla
sezione I.
Le dighe di ritenuta di materiali sciolti sono
oggetto di norme tecniche specifiche.
Le indagini devono essere programmate e svolte
secondo quanto prescritto alla sezione B.
Nel progetto occorre considerare globalmente
l’insieme manufatto-sottosuolo. A tal fine devono essere definite la
stratigrafia, le proprietà fisico-meccaniche dei
terreni di fondazione e le caratteristiche di eventuali falde
idriche.
Il progetto deve prevedere la scelta dei
materiali; questa deve essere effettuata tenendo presenti le risorse naturali
della zona, nel rispetto dei vincoli imposti dalla vigente
legislazione.
A tal fine, dove si prevede l’apertura di cave di
prestito devono essere effettuate indagini geologiche e geotecniche per
accertare la disponibilità di materiali idonei e la possibilità di eseguire i
lavori.
Sui materiali prescelti devono essere eseguite
indagini di laboratorio per definire la classificazione gectecnica e le caratteristiche di costipamento e, quando
necessario, le proprietà meccaniche e la permeabilità.
Il manufatto deve essere progettato tenendo conto
dei requisiti richiesti pcr la sua funzione nonché
delle caratteristiche dei terreni di fondazione. Devono essere altresì indicate
le fonti di approvvigionamento e le disponibilità dei
materiali.
La stabilità dell’insieme manufatto-terreno di
fondazione deve essere indicata nelle condizioni corrispondenti alle diverse
fasi costruttive, al termine della costruzione ed all’esercizio, adottando i
valori delle caratteristiche fisico-meccaniche
determinati con le indagini di cui al punto E.2. Per i rilevati il coefficiente
di sicurezza non deve essere inferiore a 1,3. Per gli argini vale quanto
previsto nelle norme tecniche per le dighe di ritenuta di materiali
sciolti.
Si deve verificare che i cedimenti, dovuti alle
deformazioni dei terreni di fondazione e dei materiali costituenti il manufatto,
siano compatibili con. la funzionalità e la sicurezza del manufatto
stesso.
Si deve accertare l’influenza del manufatto in
progetto sui manufatti esistenti ed indicare gli interventi occorrenti per
limitarne gli effetti sfavorevoli.
Nel caso di manufatti su pendii, si deve
esaminare anche l’influenza che la realizzazione dei manufatti può avere sulle
condizioni di stabilità generali del pendio. L’analisi deve essere sviluppata
come indicato al punto G.2.
Il progetto di opere modeste per dimensioni e
funzione, può essere basato su stime cautelative delle caratteristiche fisico-meccaniche del materiale impiegato e del terreno di
fondazione.
Il progetto deve considerare anche tutti gli
interventi occorrenti per proteggere -il manufatto dagli agenti
esterni.
I materiali costituenti i manufatti devono essere
posti in opera a strati e costipati. Al riguardo devono essere indicate in
progetto le prescrizioni relative alla posa in opera precisando i controlli da
eseguire durante la costruzione ed i limiti di accettabilità dei
materiali.
La posa in opera senza costipamento è consentita,
oltre che nei rinterri, nel caso di manufatti di pietrame e nel caso di opere
subacquee quale che sia il materiale impiegato, avuto riguardo all’importanza
del manufatto.
Di ciò si deve tener conto in progetto, sia nella
definizione della sezione tipo dell’opera, sia nella valutazione delle proprietà
fisico-meccaniche dei materiali.
Le presenti norme si applicano ai manufatti completamente immersi nel terreno che si realizzano mediante scavo in sotterraneo.
Le indagini geologiche e geotecniche per la
scelta dell’ubicazione o del tracciato del manufatto e per la raccolta dei dati
da porre a base dei calcoli geotecnici devono essere programmate ed eseguite
secondo i criteri indicati nelle sezioni A e B.
F.3.1.
Criteri dl progetto
Nel progetto di manufatti sotterranei devono
essere specificati ed adeguatamente giustificati:
a) la scelta dell’ubicazione o del tracciato
dell’opera in dipendenza dei caratteri geologici, idrogeologici e geomorfologici del territorio, delle proprietà geotecniche
dei terreni, della posizione e delle caratteristiche dei manufatti
preesistenti;
b)
la previsione dei metodi di
scavo, delle opere provvisionali dei mezzi occorrenti per l’aggottamento eventuale o per la intercettazione dell’acqua
sotterranea e degli eventuali procedimenti speciali per il consolidamento
temporaneo o permanente del terreno;
c)
la previsione degli effetti che
gli scavi e l’eventuale aggottamento d’acqua avranno
sulla stabilità dei manufatti ricadenti nella zona di influenza dello scavo e
degli eventuali provvedimenti da adottare;
d)
la previsione sull’eventuale
presenza di gas tossici od esplosivi, sulle acque drenate dal sottosuolo, sulle
condizioni geotecniche del sottosuolo e sulla ventilazione occorrente nel corso
dei lavori ed in fase di esercizio;
e)
la definizione delle
caratteristiche geometriche e strutturali del manufatto;
f)
il piano degli strumenti per il
controllo del comportamento delle strutture e del terreno durante il corso dei
lavori ed eventualmente in fase di esercizio.
Nel progetto devono essere chiaramente indicati
le ipotesi assunte per la valutazione delle componenti di sollecitazione che si
destano nel sottosuolo nell’intorno del manufatto ed il significato delle
approssimazioni che ne conseguono.
F.3.2.
Metodi di scavo
La scelta dei metodi di scavo deve effettuarsi
tenendo conto delle proprietà geotecniche dei terreni che si prevede di
attraversare e dell’eventuale presenza di falde idriche e di altri
manufatti.
Il materiale di risulta dello scavo deve essere
sistemato in aree da indicare in progetto, tenendo conto delle prescrizioni
della sezione I.
F.3.3.
Verifica del rivestimento
Le ipotesi per la verifica del rivestimento
devono essere compatibili con il metodo e con i tempi di
costruzione.
Nel progetto si deve tener conto della presenza
di altri manufatti superficiali o sotterranei e si devono indicare gli eventuali
vincoli da imporre per nuove costruzioni.
La soluzione di progetto deve essere controllata
sulla base delle osservazioni e dei dati sperimentali che si raccolgono nel
corso dei lavori. Le osservazioni devono essere proseguite durante l’esercizio
per un congruo periodo di tempo, da indicare in progetto.
Le presenti norme si applicano
a:
a) pendii naturali interessati da movimenti
franosi;
b)
pendii naturali nei quali
debbano realizzarsi lavori di qualsiasi tipo;
c)
pendii la cui stabilità
interessi la sicurezza di opere esistenti;
d)
fronti di
scavo.
G.2.1.
Verifiche di stabilità
L’accertamento della stabilità deve comprendere i
calcoli per determinare il grado di sicurezza del pendio, nella situazione
naturale ed in quella eventualmente modificata dai lavori.
Tali calcoli devono essere basati su dati
geologici e geotecnici acquisiti con indagini specifiche.
G.2.2.
Indagini specifiche
I rilievi e le indagini devono effettuarsi secondo le prescrizioni della sezione B e secondo i criteri particolari seguenti:
a) la superficie del pendio deve essere definita
attraverso un rilievo plano-altimetrico in scala adeguata ed esteso ad una zona
sufficientemente ampia;
b)
lo studio geologico deve
precisare la natura dei terreni, il loro assetto tettonico-strutturale, i caratteri geomorfologici e la loro prevedibile evoluzione nel
tempo;
c)
le indagini geotecniche devono
precisare le caratteristiche fisico-meccaniche dei
terreni, la distribuzione delle pressioni dell’acqua interstiziale o nelle
discontinuità, gli spostamenti di punti in superficie ed in
profondità.
La profondità e l’estensione delle indagini
devono essere fissate in relazione alle caratteristiche geometriche del pendio,
ai risultati dei rilievi indicati ai punti a) e b), alla più probabile posizione della
eventuale superficie di scorrimento.
Nel caso di pendii in frana le indagini devono
definire anche le caratteristiche geometriche e cinematiche della
frana.
G.2.3.
Calcoli di stabilità
La scelta del metodo di calcolo per la verifica
della stabilità deve essere fatta tenendo conto della posizione e della forma
delle prevedibili superfici di scorrimento, dell’assetto strutturale, nonché
delle caratteristiche meccaniche del terreno.
Nel caso di pendii in frana si devono adottare
quei metodi — in quanto applicabili — che permettono di eseguire la verifica
lungo le superfici di scorrimento che meglio approssimano quella ricostruita con
le indagini.
Negli altri casi deve essere esaminato il numero
di possibili superfici di scorrimento sufficienti ad individuare il coefficiente
di sicurezza con una approssimazione accettabile.
Quando sussistano condizioni tali da non
consentire una agevole determinazione delle pressioni neutre, i calcoli di
verifica devono essere effettuati assumendo le più sfavorevoli condizioni che
ragionevolmente si possono prevedere.
G.2.4. Interventi
Il progetto degli interventi di consolidamento di
un pendio deve essere corredato dei calcoli di stabilità sviluppati secondo
quanto indicato al punto precedente.
Il piano dei controlli sulla efficacia dei
provvedimenti deve essere parte integrante degli elaborati
progettuali.
G.3.1.
Indagini specifiche
Le indagini specifiche sono quelle indicate al
punto G.2.2.
Esse possono essere eseguite anche parzialmente e
diversamente sviluppate a seconda delle condizioni locali, della profondità,
dell’ampiezza, della destinazione e della durata di apertura dello
scavo.
G.3.2.
Criteri di progetto e calcoli di stabilità
Il progetto deve definire un profilo del terreno
che sia stabile con adeguato margine di sicurezza, da valutarsi con i metodi di
calcolo indicati al punto G.2.3.
Nel caso di terreni uniformi e omogenei e nei
quali le pressioni neutre siano note con sufficiente attendibilità, il
coefficiente di sicurezza non deve essere minore di 1,3.
Nelle altre situazioni il valore del coefficiente
di sicurezza da adottare deve essere scelto caso per caso, tenuto conto
principalmente della complessità strutturale del sottosuolo e delle reali
conoscenze del regime delle pressioni neutre.
Si deve tener conto dell’esistenza di manufatti e
sovraccarichi in prossimità del ciglio dello scavo.
Nel progetto deve essere esaminata l’eventuale
influenza dello scavo sulla situazione idraulica dell’area
interessata.
Le presenti norme comprendono i criteri di
carattere geotecnico da adottare nell’elaborazione di piani urbanistici e nel
progetto di insiemi di manufatti che interessano ampie superfici e che possono
comportare variazioni significative nelle condizioni del sottosuolo e
precisamente:
a) nuovi insediamenti urbani o
industriali;
b)
ristrutturazione di insediamenti
già esistenti, compresi quelli da consolidare e trasferire ai sensi della legge
9 luglio 1908 n. 445, e successive modificazioni ed
integrazioni;
c)
reti idriche e fognarie urbane e
reti di sottoservizi di qualsiasi tipo;
d)
strade, ferrovie ed
idrovie;
e)
porti;
f)
aeroporti;
g) bacini idrici artificiali e sistemi di
derivazione da corsi d’acqua;
h)
sistemi di impianti per
l’estrazione di liquidi o di gas dal sottosuolo.
Gli studi geologici e la caratterizzazione
geotecnica devono essere estesi a tutta la zona di possibile influenza degli
interventi previsti.
Le indagini devono in particolare accertare le
condizioni. di stabilità dei pendii, tenuto conto anche di eventuali dannosi
effetti dell’inserimento delle opere.
Saranno inoltre considerati i fenomeni di
subsidenza prodotti da modIfiche del regime delle acque superficiali e profonde,
nonché da asportazioni o riporti di materiali terrosi.
Prima di passare alla progettazione delle singole
opere per le quali valgono le norme specifiche, occorre verificare e documentare
con relazione tecnica la fattibilità dell’insieme dal punto di vista geologico e
geotecnico e, se necessario, individuare i limiti imposti al progetto dalle
caratteristiche del sottosuolo.
La presente norma si applica agli accumuli di
materiali sciolti di qualsiasi natura.
Nel rispetto degli strumenti urbanistici e delle
norme vigenti sulla protezione dei corsi d’acqua, sulla salvaguardia del
paesaggio e dell’igiene pubblica, la scelta delle aree da destinare a discarica
o colmata va eseguita sulla base di uno studio geologico e
geotecnico.
Le discariche e le colmate devono essere
realizzate sulla base di un progetto che ne stabilisca le dimensioni e le
modalità di posa in opera, indichi i provvedimenti necessari per la
conservazione della stabilità nel tempo, tenendo conto anche della futura
destinazione dell’area, esamini la stabilità dell’insieme terreno di
fondazione-discarica, con particolare riguardo alla stabilità dei pendii e
consideri l’influenza sulle opere presenti nei dintorni.
Lo studio idraulico dell’area da destinare a
discarica o colmata deve prevedere tutte le opere di raccolta e canalizzazione
delle acque superficiali e profonde, nonché delle eventuali acque drenate nel
tempo dal corpo stesso della discarica.
La presente norma si applica alle opere ed agli
interventi riguardanti l’estrazione di acqua dal
sottosuolo.
Nel progetto delle opere di emungimento si deve accertare che eventuali conseguenti
cedimenti della superficie del suolo siano compatibili con la stabilità e la
funzionalità dei manufatti presenti nella zona interessata dall’emungimento.
Il progetto deve stabilire anche i mezzi e le
modalità di estrazione in modo da evitare che con l’acqua venga anche estratto
il terreno o la sua frazione più fina.
La presente norma si applica agli interventi di
consolidamento dei terreni e delle rocce volti ad ottenere modifiche permanenti
o temporanee delle caratteristiche meccaniche per mezzo di procedimenti
tecnologici di vano tipo.
Il progetto di consolidamento deve
comprendere:
a) analisi delle condizioni che rendono
necessario l’intervento in relazione alle opere da realizzare ed agli scopi che
si devono conseguire;
b)
acquisizione dei dati geologici
e geotecnici specifici, necessari al progetto, mediante indagini in sito e di
laboratorio;
c)
progetto esecutivo dei lavori di
consolidamento e dei processi costruttivi:
d)
prescrizioni sulla verifica
delle previsioni progettuali attraverso indagini in corso d’opera con relativo
controllo in sito.
Le presenti norme si applicano ai manufatti
formati da uno o più strati di materiale sabbio-ghiaioso o di materiali
sintetici, costruiti allo scopo di controllare e regolare la filtrazione e le
pressioni neutre delle acque nel sottosuolo, nell’interno di manufatti di
materiali sciolti ed al contatto tra strutture e terreno.
Il progetto di drenaggi e filtri deve comprendere
la scelta dei materiali tenendo conto dei requisiti richiesti per la
funzionalità dei filtri stessi e delle caratteristiche del terreno con il quale
essi sono a contatto.